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Messaggioda maudoc » 13 dic 2008, 11:23

Volete presentarvi? salutare?

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Maurizio Sighele

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Re: Benvenuti

Messaggioda nero » 23 dic 2008, 19:39

Essendomi appena iscritto a questo forum mi sembra corretto porgere un primo saluto a tutti voi e presentarmi. Mi chiamo Nereo, ho 42 anni e vivo a Trieste. Ciò che vorrei anche premettere è che per me gli uccelli (solo quelli con le ali :-)) ovviamente) sono un interesse appena nato. Meno di un anno fa, a parte i piccioni e i gabbiani, tutti gli altri volatili per me erano semplicemente e genericamente uccelli; le mie conoscenze finivano là. Poi un giorno di marzo, osservando casualmente alcuni uccellini giallo-verdognoli con la “cravatta” che indugiavano su una mangiatoia scarsamente alimentata che mio padre da tempo aveva sistemato su una staccionata del giardino, mi chiesi: “Ma di che modello sarà mai questo uccello? Com’è possibile che io, mediamente amante della natura, non sia in grado di dare un nome a questa creatura che divide quotidianamente i miei spazi?”. Decisi allora che era arrivato il momento di documentarmi, senza nessuna pretesa di diventare un esperto ornitologo ma semplicemente per poter dare un nome a ciò che vedevo. Devo dire che in libreria non trovai niente che soddisfacesse le mie esigenze, mentre grazie al web riuscii a trovare informazioni sufficienti per creare una piccola dispensa di facile consultazione.
Non restava che incominciare le osservazioni supportato da un binocolo economico 12x25 il cui più grande difetto è ovviamente la scarsa luminosità. Per questa prima fase il mio giardino andava benissimo; il ciliegio era in fiore e presto avrebbe prodotto i suoi frutti invitanti, gli alberi da frutto subito al di là dei suoi confini sarebbero stati continui punti di riferimento; fichi, susini, kaki. E il filare di abeti, ad una trentina di metri, sicura fonte di future scoperte. Gli uccellini con la “cravatta” che, grazie alla mangiatoia adesso costantemente rifornita di semi di girasole, intensificarono la loro presenza, sia in numero che in frequenza, presero il nome di CINCIALLEGRE. Poi riconobbi un MERLO, che aveva costruito un nido nel folto di un sempreverde proprio nel mezzo del giardino, da cui schizzava fuori per poi rituffarvisi poco dopo scomparendo dalla mia vista con una sorprendente agilità. Venne quindi il turno della GAZZA che si posa spesso sui tetti delle case limitrofe, della GHIANDAIA che oggi si sazia quotidianamente dalla mangiatoia, di una coppia di TORTORE per le quali, ho scoperto, era stata in origine costruita quella mangiatoia. Qualche sporadico PASSERO, stormi di CORNACCHIE GRIGIE da oscurare il cielo, gli immancabili GABBIANI. Un giorno invece, durante una passeggiata in Carso, sentii il tipico tambureggiamento di un picchio e, sorprendentemente, riuscii ad inquadrare nel binocolo un magnifico PICCHIO NERO che mi procurò non poca soddisfazione. Lo stesso giorno vidi volteggiare proprio sopra la mia testa quella che, in base al tipico richiamo e al modo volare, potei identificare come una POIANA. Un’altra volta invece feci un’incontro con una meravigliosa UPUPA che in quel momento mi sembrò l’uccello più bello del mondo.
Ma il mio giardino non aveva ancora finito di regalarmi grandi emozioni; un giorno mia moglie, che ha l’orecchio più fine del mio, mi disse: “Stamattina ho sentito un picchio”. Al momento pensai: “Ma figurati, un picchio da queste parti … e poi, cosa vuoi saperne tu di picchi?”. Invece qualche giorno dopo me lo fece sentire; corsi fuori con il binocolo in mano e dopo averlo individuato ad occhio nudo, su un abete al di là della staccionata, lo inquadrai cercando di memorizzarne i particolari. Bianco, nero, rosso, le dimensioni, la testa, la coda. Non fu facile, anche se adesso sorrido ripensandoci. Comunque lo identificai come un PICCHIO ROSSO MAGGIORE che a tutt’oggi si fa vivo anche sugli alberi più vicini alle finestre della cucina e della camera; in particolare ha preso di mira un susino, riempiendolo di buchi che mio padre incazzatissimo si affretta a tappare con la malta, ottenendo il solo risultato di trovare degli altri poco più in là. Così ogni tanto mia moglie mi grida: “Il picchio … “ e io corro fuori, in un attimo lo trovo e penso a quanto è bello.
L’estate era già incominciata da un po’ quando mi trovai a passare per puro caso un paio di weekend a Monte Prat, a due passi dal Parco Naturale del Lago di Cornino dove si trova una piccola colonia stanziale di GRIFONI che ho potuto osservare in volo anche se purtroppo non bene. Questa storia del birdwatching mi stava prendendo sempre più, per tutta la vita la parola uccello mi evocava la miriade di piccioni che con i loro escrementi lordano piazze, edifici, monumenti, procurandomi solamente una sorta di fastidio. Adesso invece ne volevo ancora, sentivo la necessità di esplorare, di scoprire. Così decisi di fare un’escursione in un Parco Naturale a pochi chilometri da casa mia, la Valle delle Noghere, che ospita un certo numero di laghetti. Dopo un paio di ricognizioni che mi hanno permesso di individuare alcuni punti di osservazione caratterizzati da un’ampia veduta ed una certa facilità di mimetizzazione, ho iniziato gli appostamenti che mi hanno dato fin da subito delle grandi soddisfazioni. GALLINELLE D’ACQUA, un GERMANO REALE, una BALLERINA BIANCA, un BECCACCINO, un PICCHIO CENERINO anche se solo di sfuggita, un AIRONE CENERINO, oltre ad altre specie già di mia conoscenza come il picchio rosso maggiore, i merli, le cinciallegre, le gazze, le ghiandaie ed altre invece che non sono riuscito a identificare con certezza, forse una nitticora, forse un beccamoschino o un forapaglie. La mimetizzazione, l’immobilità e la pazienza mi hanno permesso di osservare da distanze molto ravvicinate alcuni uccelli a cui però non so dare ancora un nome, forse cannaiole o beccafichi o chissà cos’altro. Ma un MARTIN PESCATORE, a meno di due metri, fermo su un ramo, a dondolare in attesa di tuffarsi, non lo scorderò mai. E dopo di lui molti altri, volare sopra lo specchio d’acqua, tuffarsi da un ramo o rincorrersi emettendo il loro particolare richiamo. Non vedo l’ora che finisca l’inverno per tornare di nuovo là.
Quei giorni furono in settembre, e poi venne ottobre e i primi freddi. Io odio il freddo, più passano gli anni e meno lo sopporto. Le giornate che si accorciano, il naso e le mani sempre fredde. Quest’anno i primi freddi mi hanno messo in depressione e così, quasi di getto, decidemmo di scappare al caldo per una vacanza di due settimane nel Kruger N.P. in Sudafrica. Non sono nuovo ai parchi africani ma mai ci andai per osservare degli uccelli; mai degnai di un solo sguardo degli insulsi volatili avendo a disposizione animali ben più emozionanti quali leoni, ghepardi, rinoceronti, elefanti, iene, coccodrilli, ippopotami e gazzelle di ogni tipo. Ma quest’anno, senz’avere la benché minima idea di cosa avrei trovato, decisi di comprare un libro sugli uccelli dell’Africa meridionale e di dedicare un po’ di tempo al birdwatching. La facilità con cui fu possibile avvistare anche a breve distanza moltissime specie di uccelli, una più bella dell’altra, mi ha portato in pochi giorni a snobbare i big five e a dedicare quasi tutta la mia attenzione ai pennuti. Morale: oltre settanta specie riconosciute in dodici giorni di osservazione: tre specie diverse di avvoltoi, quattro di aquile, quattro di martin pescatori, cinque di aironi, quattro di francolini, quattro di buceri, tre di storni, tre di gruccioni, anatre, piccioni, tortore, tessitori, l’umbretta, il marabù, l’ibis, la spatola, il serpentario, il turaco, l’otarda kori (con il piumaggio del collo tutto gonfio e la coda aperta a ventaglio) e tanti altri di cui conosco solo il nome in inglese, tra cui i bellissimi Crested Barbet, Lilac-breasted Roller, African Paradise Flycatcher, Blue Waxbill, African Pied Wagtail.
Ma nonostante la grande soddisfazione di poter dare un nome ai vari esemplari, osservando i particolari che potevano distinguerli da specie simili, l’esperienza più bella che feci fu quando andammo a visitare un centro di riabilitazione per animali feriti o malati. Fu lì che in una grande gabbia dove erano ricoverate alcune aquile, mi diedero la possibilità di accarezzare una BATALEUR EAGLE (Falco Giocoliere). Dovevate vederla, teneva il capo chino in attesa che le grattassi il collo, come fosse un gatto, mancava solo che facesse le fusa. Non credevo che sta roba mi potesse emozionare. Per le popolazioni Shona dello Zimbabwe la Bataleur Eagle è vista come un messaggero di Dio e degli spiriti antenati e pertanto tenuta a grande rispetto e timore. La Bateleur Eagle viene per esempio inviata a scovare chi non osserva il sacro giorno del riposo. Ma la sua apparizione era anche una premonizione alle incursioni dei nemici, agli attacchi dei leoni, dei leopardi o dei serpenti. Funge anche da ospite per gli spiriti antenati nello stesso modo dei medium, intercedendo con Dio per conto degli uomini. I resti archeologici noti come gli Uccelli di Zimbabwe, trovati appunto a Great Zimbabwe, sono sculture intagliate nella pietra saponaria e rappresentano la Bateleur Eagle.
Poco più in là, in un’altra enorme gabbia c’erano una ventina di avvoltoi di specie diverse. Qui la guida ci ha permesso di dar loro da mangiare direttamente dalla mano, per mezzo di un lungo guanto da falconiere che arrivava fino al gomito. Si teneva il braccio orizzontale ed appena la guida aveva deposto un pezzo di carne tra indice e pollice del guanto, l’avvoltoio più prepotente spiccava un gran salto atterrando, con tutto il suo peso, in un gran sbattere d’ali, sull’avambraccio. Avevo creduto che, essendo animali che si cibano di carogne, avrebbero puzzato almeno quanto le iene che avevo avuto occasione di “odorare” essendomi avvicinato a sufficienza. Invece, mentre le ali generavano un gran movimento d’aria e mi sbattevano in faccia mi parve quasi di sentire un certo odore di pulito. Un bestione enorme, la sua testa a pochi centimetri dalla mia mentre ingoiava il boccone di carne, il becco micidiale, gli artigli in una stretta possente, nonostante possa sembrare un animale ripugnante mi è sembrato bellissimo, me ne sono innamorato. E finchè non si abbassava volutamente il braccio lui non scendeva, e fu la guida ad abbassare, di forza, il mio braccio … ma poi mi fece fare un altro “giro”.
Ora sono di nuovo qui, a guardare fuori, il mio giardino e i suoi confini, pensando che non c’è più niente che io possa vedere da qui. E invece sembra che l’inverno riservi nuove sorprese. Primi di dicembre: una coppia di FRINGUELLI, uno SCRICCIOLO, una coppia (maschio e femmina) di PETTIROSSI, un CODIROSSO SPAZZACAMINO. Nuove emozioni. Adesso vorrei attirare queste nuove specie alla mia mangiatoria attualmente monopolizzata dalle cinciallegre e da una coppia di fameliche ghiandaie. Evidentemente i semi di girasole non sono di gradimento a tutti. Ho comprato del mangime granulare per insettivori ma non suscita alcun interesse. Mi sono rivolto ad un negozio specializzato dove ho comprato un po’ di miscele varie con cui proverò ad attirare questi nuovi amici. Ho scoperto che il codirosso si lascia avvicinare moltissimo. Ho deciso che procederò alla costruzione di un nido artificiale, mi sento fortunato.
Lo scorso weekend sono stato a Salisburgo; su una mangiatoia ho visto, in mezzo ad un nugolo di cinciallegre, alcune CAPINERE e una CINCIARELLA. Nel fiume che attraversa la città invece una famiglia di MORETTE e dei germani reali molto belli.

Buone feste a tutti
nero
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Re: Benvenuti

Messaggioda KTF » 23 dic 2008, 20:42

Benvenuto Nereo.

P.S. attento che non è detto che i Pettirossi siano maschio e femmina :->
Ultima modifica di KTF il 23 dic 2008, 20:57, modificato 1 volta in totale.
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Re: Benvenuti

Messaggioda giuseppe nuovo » 23 dic 2008, 20:52

:-)) Nereo,
ahahahah e meno male che sei appena entrato nel mondo del bw..... anche il picchio nero hai visto.

Benvenuto anche da parte mia e .... buone feste :bye:
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Re: Benvenuti

Messaggioda nero » 23 dic 2008, 21:50

KTF ha scritto:Benvenuto Nereo.

P.S. attento che non è detto che i Pettirossi siano maschio e femmina :->


Già, ho appena scoperto che non c'è differenza fra soggetti di sesso diverso. Uno dei due esemplari aveva la zona color arancio meno estesa ed ho erroneamente pensato che fosse dimorfismo sessuale.
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Re: Benvenuti

Messaggioda kiki » 24 dic 2008, 11:59

benvenuto nereo!!!! mi piace la tua "lettera di presentazione": denota molta sensibilità! è bello capire che il mondo è una continua scoperta, sempre e per sempre!!!
:hello:

e auguri a te e a tua moglie! :-)
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Re: Benvenuti

Messaggioda KTF » 24 dic 2008, 12:56

nero ha scritto:Uno dei due esemplari aveva la zona color arancio meno estesa ed ho erroneamente pensato che fosse dimorfismo sessuale.


Non ti preoccupare, pensa che anche noti scrittori di libri naturalistici l'hanno, erroneamente, pensato...

Ciao.
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Re: Benvenuti

Messaggioda nero » 24 dic 2008, 19:43

kiki ha scritto:benvenuto nereo!!!! mi piace la tua "lettera di presentazione": denota molta sensibilità! è bello capire che il mondo è una continua scoperta, sempre e per sempre!!!
:hello:

e auguri a te e a tua moglie! :-)


grazie
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