Lui piccolo abietinus?

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Re: Lui piccolo abietinus?

Messaggioda heuglini » 26 gen 2012, 14:50

Questa discussione dimostra come l'identificazione del Luì piccolo siberiano non sia affatto immediata.
L'impressione generale è di un luì piccolo nettamente più grigio dei collybita cui siamo abituati, ma questo di per se non prova niente: i toni giallini su dorso, sopracciglio e alti fianchi, per quanto siano appena una sfumatura, ci dicono che non si tratta di un tristis di quelli da manuale e che probabilmente arriva dalla zona occidentale dell'areale (come giustamente hanno già detto Luca e Simon Rolland).
A queste popolazioni oggi si tende a dare il nome di fulvenscens, nome che fino a poco fa veniva usato per indicare una presunta popolazione ibrida tra tristis e abietininus, ma oggi indica appunto quel gruppo di individui appartenenti alla (sotto)specie tristis ma che si differenziano da individui provenienti dal cuore dell'areale per mancare dei caratteristici toni marroncini e beige (essere quindi più grigi) ed avere una variabile quantità di giallo su sopracciglio, dorso e alti fianchi.

Ecco una foto di come un Luì piccolo siberiano da manuale dovrebbe essere http://www.sofnet.org/ottenby-fagelstat ... 011-11-03/ ..........un individuo del genere potrebbe anche non emettere versi, ma, personalmente, me lo segnerei comunque come siberiano perchè è assolutamente tipico; altro discorso con quelli più grigiolini, se non proferiscono verbo quelli non entrano nel mio taccuino :icon_e_wink

Detto ciò, ci resta il verso: l'individuo di Treviso è didattico anche da questo punto di vista! il verso tipico del tristis è un monosillabico "iiiih" monosillabico il cui sonogramma è una barrettina orizzontale. Di questo Luì di Treviso ho sentito registrazioni sia di questo verso che di un altro, un "iiuu", che nei sonogrammi è una specie di U rovesciata.
Questo verso potrebbe assomigliare ad alcuni versi emessi qualche anno dai collybita e gli abietinus, i così detti sweeoo calls. Tuttavia questi di solito sono un po' più bruschi nel passare dalla nota in salita a quella in discesa (diciamo che il sonogramma non è una U ma una V rovesciata), hanno una frequenza leggermente più alta ed il tono è un po' più corposo, meno triste.

Tirando le somme, un individuo più chiaro del solito e con un verso diverso dai tipici Luì piccoli cui siamo abituati è ancora ben lontano dal poter essere chiamoto tristis, bisogna prima capire se è grigio o beige o marrone e prestare molta attenzione al verso.

ciao
Michele
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