Un cacciatore di selezione del vicentino uccide un maestoso esemplare di Pastore del Caucaso a spasso con la propria padrona. LAC ed ENPA si costituiranno parte civile.
In allegato anche le foto del povero PUPO dopo l'uccisione.
Il mercoledì dell’altra settimana un cacciatore di selezione di Montebello Vicentino (VI) ha sparato a bruciapelo ad un magnifico esemplare di Pastore del Caucaso di tre anni a spasso con la sua padrona.
Erano le 15.00 quando la signora Marisa Casarotto decise di fare una passeggiata con Pupo, questo il nome del cane ucciso, in zona “Omomorto” di Montebello, con l’intento di raccogliere della valeriana in una valletta che dista circa duecento metri dalla propria abitazione.
Dopo aver udito un boato proveniente da poche decine di metri Marisa si è recata subito nel luogo di provenienza dello sparo preoccupata per Pupo, purtroppo il suo amico a quattro zampe era a terra esanime con uno squarcio sul petto all’altezza del cuore.
Sul posto sono intervenute subito le guardie zoofile volontarie dell’ENPA di Vicenza che hanno identificato il giovane responsabile, tale R. M. residente a Gambellara (VI), nei confronti del quale, è scattata una denuncia per uccisione di animali ai sensi dell’art. 544 bis del codice penale.
Ora l’ENPA e la LAC si costituiranno parte civile nei confronti del cacciatore che risulta essere addirittura abilitato dalla Provincia di Vicenza alla caccia di selezione (selecacciatore) nei confronti di Nutrie e Cinghiali.
Renzo Rizzi portavoce del Coordinamento protezionista Vicentino ha dichiarato: “Il fatto verrà segnalato anche alla Questura per la richiesta del ritiro del porto d’armi. Rimane l’amarezza per un gesto sconsiderato, che ha gettato nello sconforto una famiglia che in Pupo non vedeva solo un cane, ma un amico, un compagno di vita. “.
“Quest’anno gli episodi di violenza su cani e gatti da parte dei cacciatori stanno crescendo considerevolmente – ha commentato Andrea Zanoni presidente della Lega Abolizione Caccia del Veneto – credo che le attuali leggi italiane sull’abilitazione alla caccia siano tra le peggiori d’Europa, bisognerebbe far rifare seri esami a tutti e ritirare la licenza ai troppi cacciatori che non sanno distinguere un cane da una volpe o un gatto da una Lepre. Poi ci vorrebbe una norma che vieti la caccia a meno di 500 metri dai cani, accompagnati o non, presenti nelle campagne.”