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Foto 19 > errate 55% (Corrione biondo, Piviere tortolino, Pernice sarda, Falarapo di Wilson, Pavoncella gregaria, Pavoncella, Fratino)
Foto volutamente sfocata a causa del riverbero della luce, condizione tipica delle torride spianate subdesertiche che la specie spesso usa come tappa fissa del suo lungo volo migratorio verso le aree di svernamento africane.
Si tratta chiaramente di un trampoliere, per la combinazione di zampe molto lunghe e sottili, corpo “a pera”, collo lungo e piccola testa tonda. Escludendo aironi e cicogne, possiamo scegliere tra una vasta gamma di limicoli (ordine Charadriformes), dei quali, a loro volta, possiamo eliminare subito (su basi strutturali e cromatiche): beccaccia di mare, voltapietre, pivieressa, pivieri dorati, piovanelli e gambecchi, beccacia e beccaccini, chiurli, pittime, la maggior parte delle specie del genere Tringa, combattente, avocetta, cavaliere d’Italia, occhione e specie affini.
Tra le specie rimanenti, possiamo evidenziarne alcune che assomigliano al nostro mystery dal punto di vista della colorazione generale (grigio-brunastra, con contrasto chiaro-scuro sulla testa) ma che ne differiscono nettamente per la struttura, ossia corriere piccolo, grosso e fratino (tutti con testa proporzionalmente più grande, collare bianco sulla nuca, corpo più tozzo e zampe corte) e Piro piro del Terek (zampe e collo molto più corti e assenza di sopracciglio bianco netto).
Altre specie molto simili al pennuto misterioso sono: le pernici di mare, genere Glareola (che però hanno zampe proporzionalmente più corte e mai così pallide, primarie nerastre e non concolori col resto delle parti superiori, sopracciglio bianco molto più corto e sfumato, ecc.); il Corrione biondo, Cursorius cursor (molto simile nel complesso, sia nella forma che nella colorazione, ma con parti superiori color sabbia più pallido e meno contrastante col ventre biancastro e disegno della testa leggermente diverso, con linea oculare nera più sottile e vertice grigiastro chiaro, non bruno nerastro più scuro del dorso…).
In assoluto i problemi maggiori li troviamo con le seguenti specie, molto simili sia nella colorazione che nella struttura: il Corriere di Leschenault, Charadrius leschenaulti (che però ha zampe più scurette, sopracciglio molto meno netto, vertice più chiaro, collo più corto e testa proporzionalmente più grande), il Piviere tortolino, Charadrius morinellus (con zampe leggermente più corte, copritrici del dorso e delle ali non così uniformi e con bordini chiari netti, e disegno della testa differente, con corona nera divisa dal resto delle parti superiori dai due sopraccigli biancastri che si uniscono sulla nuca) ed infine la Pavoncella gregaria, Vanellus gregarius (molto simile in tutti i sensi ma con remiganti nere nettamente contrastanti con le copritrici brunastre ed il ventre bianco, sopracciglio molto spesso sfumato di ocra-castano, zampe nerastre e disegno della testa diverso, come descritto per il Piviere tortolino…).
L’unica specie che possiede la combinazione di caratteri mostrata in foto è il Corriere asiatico (Charadrius asiaticus); inoltre, si tratta di un adulto in abito non riproduttivo in quanto manca il classico pigmento rosso sul collo ed i lati del petto del piumaggio nuziale, e mancano anche i bordini chiari netti sulle copritrici superiori tipici del giovane…
Corriere asiatico (Charadrius asiaticus) Pallas, 1773 Foto 20 > errate 61% (Luì grosso, Luì bianco orientale, Luì bianco, Luiì grosso, Beccafico, Canapino comune, Canapino pallido, Canapino maggiore, Cannaiola di Jerdon, Usignolo, Sterpazzolina)
Dalla fotografia sui intuisce la classica forma di un passeriforme. Ma di quale gruppo? La completa mancanza di strie sopra, la colorazione uniformemente color sabbia-grigiastra e la forma del becco (lungo e sottile, da insettivoro) escludono fringillidi, zigoli, corvidi, allodole, rondini, motacillidi e gruppi affini. Delle restanti famiglie, i turdidi ed i muscicapidi (pigliamosche e balie) possiedono un becco fine di profilo, come nella foto misteriosa, ma nessuna delle specie italiane corrisponde per colorazione, lasciandoci quindi con la sola opzione della famiglia Silvidi. Anche di questi però, possiamo escludere a priori le specie del genere Cettia (l’Usignolo di fiume, ben più scuro e castano sopra), Cisticola (il Beccamoschino è striato sul dorso), Locustella (che sono o striate o ben più scure sulle parti superiori), Regulus (molto diversi sia per la colorazione che per la struttura generale) e la maggioranza delle specie dei generi Sylvia e Phylloscopus (caratterizzate da colorazioni più vivaci e contrastate, e a volte dalla presenza di barre alari o disegni caratteristici, come cappucci scuri, anelli oculari o macchie sulle parti inferiori).
Tra tutte le specie possibili, quindi, rimangono solo alcuni luì, la Sterpazzola nana (S. deserti), gli acrocefali (genere Acrocephalus) ed alcune specie di canapini (genere Hippolais).
Per quanto riguarda i luì, le uniche specie con colorazione simile sono il Luì bianco (P. bonelli) ed il Luì bianco orientale (P. orientalis) che però presentano entrambi un marcato specchio alare sulle ali e sulla coda, formato dai bordini giallo-verdastri delle remiganti e delle timoniere, e la coda proporzionalmente più corta. Anche il Luì piccolo siberiano (P. collybita tristis) è smorto ma possiede coda ed ali ben più corte, copritrici auricolari sfumate di castano, e sia le zampe che il becco più scuri, addirittura nerastri.
La Sterpazzola nana (S. deserti) ha colorazione generale simile ma mostrerebbe la seguente combinazione di caratteri: disegno della “faccia” molto meno marcato con sopracciglio ed anello oculare biancastri pressoché inesistenti, iride gialla e non nera, sfumatura fulva su coda e terziarie, primarie con punta nerastra più scura e non concolore rispetto al resto dell’ala, proiezione delle primarie ben più corta (con solo 1 o 2 punte sporgenti, non 5 come nel mystery), copritrici maggiori uniformi e non con bordini chiari formanti una barra alare più chiara, zampe gialle brillanti e non rosa carnicino, ecc., ecc.
Per quanto riguarda gli acrocefali, ovviamente possiamo escludere subito il Forapaglie (A. schoenobaenus), il Forapaglie castagnolo (A. melanopogon) ed il Pagliarolo (A. paludicola) in quanto striati sulle parti superiori, o anche il Cannareccione, (A. arundinaceus) in quanto molto più massiccio, soprattutto il becco e le zampe, e più scuro sopra… A questo punto bisogna capire se si tratta di una qualche cannaiola oppure no, e per quale motivo. Sia la Cannaiola (A. scirpaceus) che la Cannaiola verdognola (A. palustris) avrebbero ali assai più lunghe, con proiezione delle primarie uguale o maggiore alla lunghezza delle terziarie e con almeno 7 (ma anche 8 o 9) punte visibili, oltre al becco più lungo e alla la coda proporzionalmente più corta e con punta arrotondata. La Cannaiola di Blyth (A. dumetorum) ha ali più corte delle precedenti ed è quindi più simile al contest ma avrebbe coda arrotondata e graduata (tipica delle cannaiole) ed ali molto più uniformi, senza i bordini bianchi su copritrici maggiori, terziarie, secondarie e primarie, formanti uno specchio alare chiaro e contrastanti con il centro scuro di ciascuna piuma o penna… L’ultima specie rimasta è la Cannaiola di Jerdon (A. agricola) che però ha spesso una evidente tinta rossiccia sul vertice, la proiezione delle primarie più corta, il becco con mandibola inferiore bicolore (chiara alla base e con punta scura) e non uniformemente aranciata, ali uniformi tranne che il centro delle terziarie un po’ più scuro ma senza il cospicuo specchio alare biancastro del mystery.
Rimangono quindi solo i canapini, tra i quali oltretutto escludiamo subito il Canapino (H. polyglotta), il Canapino maggiore (H. icterina) ed il Canapino levantino (H. olivetorum) perché più massicci del contest, più grigio-scuro o verdastri sopra, con parti inferiori spesso nettamente gialle e con specchi alari bianchi netti soprattutto sul bordo delle secondarie e primarie interne. Il Canapino pallido (H. pallida) invece assomiglia già di più alla foto misteriosa, ma ne differisce per la colorazione meno tinta sabbia e più contrastante (grigio-olivacea sopra e biancastra sotto), per la proiezione delle primarie in media un po’ più lunga (da più di un 1/2 fino a 2/3 delle terziarie) e per la colorazione delle penne di ali e coda più scura del dorso (di un grigio un po’ più scuro e contrastante); inoltre il becco è mediamente più spesso, lungo ed arcuato, con la punta della mandibola inferiore spesso scura ed il sopracciglio in questa specie è raramente così lungo e ben definito dietro all’occhio come nel mystery.
La combinazione di caratteri sopraelencati per la foto misteriosa (colorazione chiara e tinta sabbia, ali con bordini contrastanti col centro più scuro delle penne, becco piccolo e sottile tutto chiaro inferiormente, testa con sopracciglio lungo e netto, coda piuttosto lunga e squadrata con bordini chiari contrastanti, iride scura, ecc.) esclude tutte le specie tranne il Canapino asiatico (Hippolais caligata), specie a torto considerata di difficile determinazione (soprattutto in paesi nella quale è accidentale, come in Italia, dove risulta per questo sottostimata…) ma che al contrario, con un po’ di esperienza può apparire ben distinta e peculiare nell’aspetto.
Canapino asiatico (Hippolais caligata) (Lichtenstein, 1823)