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Da Repubblica: http://www.repubblica.it/scienze/2012/05/26/news/mappa_specie_online-35966941/?ref=HREC2-13

Un bel progetto davvero interessante: http://www.mappinglife.org/.

Mappe interattive su Google Maps, circa 30.000 specie di vertebrati censiti tra mammiferi, uccelli e rettili, davvero bello e interessante!

Ma qualcuno conosce questo progetto? L'italia partecipa in qualche modo fornendo dati?

Ho fatto per curiosità una ricerca sul beccamoschino, di cui si sta tanto parlando in lista, ma per l'europa i dati presenti riguardano soprattutto Francia e Spagna, immaginatevi che mega-strumento può diventare, ad esempio, immettendoci tutti i dati di Ornitho! (magari ci sono già accordi in proposito???)

Nei passaggi si stato si perde energia...

Detto ciò la cosa non è così semplice, ricordo che i partner sostenitori (non solo spirituali, ma anche economici) di Ornitho pagano perché la piattaforma funzioni e mi viene da pensare che se uno paga, poi non è così scontato che ceda così liberamente il dato ad una piattaforma similare.

Interessante il discorso sull'App, cosa che da tempo attendiamo su Ornitho.

Mah, Ornitho sicuramente è eccellente come organizzazione scientifica dei dati, ma operativamente è molto chiusa e non al passo con il web. Cercando di dare il mio contributo culturale come socio da prima che Ornitho venisse adottata (e quindi sono un po' di anni) avevo scritto un documento dove facevo presente che il mondo è fatto di dati aperti e condivisi tra piattaforme (d'altronde nel mondo di chi si occupa di web lo sanno anche i muri), ma pare che non sia stato recepito.

Il concetto del servizio a pagamento non c'entra con la modalità di accesso dei dati: è perfettamente legittimo che uno faccia pagare il servizio, che ha dei costi, indipendentemente dalle politiche di accesso ai dati.

Per quanto riguarda l'app, mah di nuovo: io l'ho offerta gratuitamente e resa disponibile da due anni e nessuno ha mai neanche pensato di rispondere "non ci interessa". La cosa a questo punto non mi tocca, però queste cose succedono solo in Italia (l'anno scorso mi aveva contattato un'organizzazione olandese). Peccato.

fabriziogiudici ha scritto:...avevo scritto un documento dove facevo presente che il mondo è fatto di dati aperti e condivisi tra piattaforme (d'altronde nel mondo di chi si occupa di web lo sanno anche i muri), ma pare che non sia stato recepito.

Il concetto del servizio a pagamento non c'entra con la modalità di accesso dei dati: è perfettamente legittimo che uno faccia pagare il servizio, che ha dei costi, indipendentemente dalle politiche di accesso ai dati.

Purtroppo come vedi la situazione non è così semplice.
Vi sono persone che inseriscono dati frutto di attività professionali, personali o per conto terzi e per questo non vogliono che siano completamente visibili.
Vi sono persone che non condividono informazioni nella rete, ma si limitano a "trascrivere" quello che leggono, trasformandolo poi in dati da usare per fini personali, anche remunerati...

Speriamo e credo che vi sarà una naturale evoluzione migliorativa per taluni di questi aspetti, ma non disperiamo.

fabriziogiudici ha scritto:Per quanto riguarda l'app, mah di nuovo: io l'ho offerta gratuitamente e resa disponibile da due anni e nessuno ha mai neanche pensato di rispondere "non ci interessa". La cosa a questo punto non mi tocca, però queste cose succedono solo in Italia (l'anno scorso mi aveva contattato un'organizzazione olandese). Peccato.

Indubbiamente un peccato.
Con l'avanzata degli smartphone, un App si sente che manca...

Vi sono persone che inseriscono dati frutto di attività professionali, personali o per conto terzi e per questo non vogliono che siano completamente visibili.

La cosa non è bianca o nera: Ornitho potrebbe benissimo condividere solo una parte dei dati, quelli inseriti da chi non ha problemi a condividerli tutti.