Aquila reale torna in Natura

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Aquila reale torna in Natura

Messaggioda KTF » 4 gen 2011, 22:29

Liberato stamattina un esemplare rinvenuto 45 giorni fa in val Rendena e curato dalla LIPU. Doveva rimanere un segreto fra pochi, almeno fino alla liberazione, ma stamattina alle 11 in val di Borzago, ad accogliere l'aquila rinvenuta 45 giorni fa proprio nella stessa zona, c'era una piccola folla. Non solo gli amministratori di Spiazzo Rendena - il sindaco Michele Ongari e il vicesindaco Angelo Capelli - e coloro che hanno rinvenuto l'aquila - Luciano Terzi con il padre Silvano e Renato Bosetti -, ma anche numerosi residenti della Rendena hanno voluto seguire dal vivo le fasi della liberazione di questo rapace, al quale tutto il paese è ormai affezionato. Impeccabile l'operazione condotta dai forestali della stazione di Spiazzo Rendena, guidati dal comandante Bruno Todeschini, e dai volontari della Lipu, Sergio Merz e Silvia Nones, che hanno allontanato di alcune decine di metri le persone, escusi i diretti interessati, per consentire maggiore sicurezza al volatile, reso nervoso dal trasporto. Trovata una zona adatta, con un prato in discesa e alberi tutt'attorno, l'apertura della gabbia e il volo, seguito con apprensione da tutti i presenti

L’aquila reale, un esemplare femmina, era stata rinvenuta priva di forze e incapace di muoversi proprio in val di Borzago, lo scorso 24 novembre 2010 e consegnata al Centro di Recupero dell’Avifauna Selvatica della Provincia autonoma di Trento, Servizio Foreste e Fauna, gestito dalla LIPU, la Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli, in località Casteller di Trento. A trovarla erano stati alcuni cacciatori locali, che l'hanno prontamente consegnata alla Stazione Forestale di Spiazzo Rendena.
L’animale appariva molto debilitato, con paralisi degli arti inferiori, pesava poco meno di 4 kg. L'aquila è stata subito visitata dal dottor Diego Sebastiani della clinica "Animal Care" di Trento, specializzato proprio in microchirurgia sui rapaci. La visita ha consentito di stabilire che le condizioni precarie di salute erano dovute ad una intossicazione alimentare. Dopo tre settimane di terapia, con alimentazione graduale e trattamento farmacologico effettuati dal personale del Centro di Recupero dell’Avifauna Selvatica - il responsabile Sergio Merz affiancato da Silvia Nones e Gaetano Mazza - l’aquila ha cominciato lentamente a recuperare l’uso delle zampe e degli artigli, fino a conseguire un recupero totale. Al momento dell'arrivo al Centro le condizioni dell’aquila non lasciavano molte speranze ma, grazie anche alla tempestiva consegna alla struttura del Casteller e all'impegno dei volontari LIPU, è stato possibile riabilitarla completamente.
Il 22 dicembre è stata effettuata una prova nel tunnel di volo per la verifica delle condizioni generali dell'animale. Sono state inoltre condotte altre prove, sia di volo che di presa con gli artigli, e sono state verificate le capacità di trascinamento delle prede. In 45 giorni di ricovero l'aquila aveva recuperato 1,2 kg, arrivando al peso di 5 kg, per un'apertura alare di oltre due metri. Visto l'esito positivo si è quindi deciso di liberare al più presto il rapace proprio in Val di Borzago, sul luogo del ritrovamento, invitando anche chi lo aveva rinvenuto in condizioni disperate, oltre ai locali amministratori e al personale del Centro di Recupero dell'Avifauna Selvatica e della Stazione forestale di Spiazzo Rendena. Decisamente positivo l'esito delle operazioni: appena aperta la gabbia, l'aquila ha spiccato il volo verso i primi alberi, dove ha sostato parecchi minuti per riprendere l'orientamento, prima di lanciarsi nuovamente in volo.

L'AQUILA REALE
L’Aquila Reale (Aquila crysaetos) è un simbolo dell’ambiente alpino (e della conservazione dell'ecosistema, come evidenziato in seguito). L’aquila è presente su molti stemmi e gonfaloni in varie parti del mondo ed è raffigurata anche sullo stemma ufficiale della Provincia autonoma di Trento e del capoluogo della provincia.
Da animale simbolo per eccellenza dell’araldica medioevale (ed anche più antica), l’aquila nel corso dei secoli ha subito in realtà sulle Alpi una persecuzione crescente, sia perché considerata animale “nocivo”, sia in quanto soggetta a catture, soprattutto dei nidiacei, a scopo collezionistico. Le popolazioni alpine si sono quindi molto rarefatte, raggiungendo i minimi storici nel secondo dopoguerra. Da allora vi è stata una progressiva ripresa della specie su tutto l’arco alpino ed anche in provincia, in seguito al mutato atteggiamento dell’uomo nei suoi confronti, alle mutate condizioni ecologiche, economiche e sociali ed alla protezione legale, decretata a livello provinciale già nel 1971 ed a livello nazionale nel 1976.
Oggi in Trentino la popolazione di aquile è monitorata costantemente, sono presenti più di 50 coppie territoriali e si ritiene che la specie, ormai fuori pericolo, abbia raggiunto sul nostro territorio densità ottimali rispetto alle disponibilità alimentari. A questo proposito si è registrato come nella popolazione di aquile monitorata a livello provinciale vi sia un processo di autoregolamentazione in corso: infatti in considerazione del numero di coppie presenti e della relativa densità, si riproduce mediamente solo una coppia su cinque, a fronte delle tre su cinque che si registravano negli anni ’80, quando la popolazione era ancora in fase di crescita.
Il ruolo ecologico di questo uccello predatore posto al vertice della piramide alimentare è particolare ed il fatto che la specie in provincia sia in buona salute rappresenta uno degli indici migliori che segnalano la bontà dell’intero ecosistema che garantisce, tra le altre cose, buone densità di specie preda all’aquila.
Infine il principale fattore limitante per la specie attualmente riscontrato è la chiusura degli ambienti aperti, che si registra a seguito della forestazione naturale delle radure da tempo in atto in provincia ed in gran parte del territorio alpino; ciò in quanto il fenomeno descritto determina una riduzione delle aree aperte sulle quali l’aquila può esercitare efficacemente la propria attività di caccia.


Tratto da:
http://www.redazioneitalia.it/amici-animali/laquila-torna-a-volare-in-val-di-borzago.html
Karol Tabarelli de Fatis - EBN 109
Last lifers: Sabine's gull (Xema sabini)
https://www.flickr.com/photos/ktdf/
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