La Direttiva Uccelli in Italia

Tratto dal sito ufficiale della Regione Piemonte:
http://www.regione.piemonte.it/parchi/ppweb/primopiano/archivio/2009/uccelli.htm
La Ue bacchetta l'Italia sulla direttiva uccelli. Condannato, dunque, il Belpaese “poichè la normativa di recepimento della direttiva 79/409/CEE nell'ordinamento italiano non e' completamente conforme alla direttiva stessa”. E condannato anche per la parte delle deroghe: pochi e non qualificati i controlli sulla loro legittimità.
Nello specifico, si legge sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, “non sono stati recepiti il divieto di distruzione e danneggiamento deliberato dei nidi e delle uova nonché il divieto di disturbo deliberato degli uccelli protetti dalla direttiva”. E ancora, la Ue punta il dito sul non recepimento dell'articolo 7. Tecnicamente: “recepimento non completo" perché "la suddivisione temporale per periodi di attività venatoria non prevede il divieto di caccia durante il periodo di nidificazione, riproduzione, dipendenza e in particolare, quando si tratta di specie migratrici, durante il periodo della riproduzione e il ritorno al luogo di nidificazione e l'obbligo di trasmettere alla Commissione le informazioni utili sull'applicazione pratica della legislazione sulla caccia non è recepito".
La Ue boccia l'Italia anche per la parte sulle deroghe, la parte di cui si occupa l'articolo 9 della direttiva comunitaria per la tutela degli Uccelli. Questo articolo dice che è possibile effettuare deroghe "sempre che non vi siano altre soluzioni soddisfacenti" ad esempio nell'interesse della salute e della sicurezza pubblica; nell'interesse della sicurezza aerea; oppure per prevenire gravi danni alle colture, al bestiame, ai boschi, alla pesca e alle acque. Ebbene, per la Ue l'Italia ha recepito conformemente questa parte della normativa europea. In più, si legge ancora sulla Gazzetta ufficiale, "i controlli di legittimità delle deroghe sono inefficaci e intempestivi".
E ancora non c'e' stato "recepimento e applicazione non conforme a livello regionale". Quali le regioni peggiori? Abruzzo, Lazio, Toscana, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Calabria e Puglia.
Non e' stato recepito in maniera soddisfacente neanche parte dell'articolo 10 della direttiva uccelli perché - spiega la Ue - "manca l'obbligo di trasmettere alla Commissione le informazioni necessarie per coordinare le ricerche e i lavori per la protezione, la gestione e l'utilizzazione delle popolazioni di uccelli protetti dalla direttiva". L'articolo 11 della direttiva europea sulla tutela degli Uccelli prevede che "gli Stati membri vigilano affinché l'eventuale introduzione di specie di uccelli che non vivono naturalmente allo Stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri non pregiudichi la flora e la fauna locali. Essi consultano al riguardo la Commissione ": anche quest'articolo, sottolinea la Ue , non è stato recepito in maniera completa.
Non e' stato recepito neanche l'articolo 13 che dice: "L'applicazione delle misure adottate in virtù della presente direttiva non deve provocare un deterioramento della situazione attuale per quanto riguarda la conservazione di tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri".
La Commissione Ue ha chiesto quindi la condanna dell'Italia alla Corte di Giustizia europea per inottemperanza della Direttiva 'Uccelli'. (fonte Dire)
http://www.regione.piemonte.it/parchi/ppweb/primopiano/archivio/2009/uccelli.htm
La Ue bacchetta l'Italia sulla direttiva uccelli. Condannato, dunque, il Belpaese “poichè la normativa di recepimento della direttiva 79/409/CEE nell'ordinamento italiano non e' completamente conforme alla direttiva stessa”. E condannato anche per la parte delle deroghe: pochi e non qualificati i controlli sulla loro legittimità.
Nello specifico, si legge sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, “non sono stati recepiti il divieto di distruzione e danneggiamento deliberato dei nidi e delle uova nonché il divieto di disturbo deliberato degli uccelli protetti dalla direttiva”. E ancora, la Ue punta il dito sul non recepimento dell'articolo 7. Tecnicamente: “recepimento non completo" perché "la suddivisione temporale per periodi di attività venatoria non prevede il divieto di caccia durante il periodo di nidificazione, riproduzione, dipendenza e in particolare, quando si tratta di specie migratrici, durante il periodo della riproduzione e il ritorno al luogo di nidificazione e l'obbligo di trasmettere alla Commissione le informazioni utili sull'applicazione pratica della legislazione sulla caccia non è recepito".
La Ue boccia l'Italia anche per la parte sulle deroghe, la parte di cui si occupa l'articolo 9 della direttiva comunitaria per la tutela degli Uccelli. Questo articolo dice che è possibile effettuare deroghe "sempre che non vi siano altre soluzioni soddisfacenti" ad esempio nell'interesse della salute e della sicurezza pubblica; nell'interesse della sicurezza aerea; oppure per prevenire gravi danni alle colture, al bestiame, ai boschi, alla pesca e alle acque. Ebbene, per la Ue l'Italia ha recepito conformemente questa parte della normativa europea. In più, si legge ancora sulla Gazzetta ufficiale, "i controlli di legittimità delle deroghe sono inefficaci e intempestivi".
E ancora non c'e' stato "recepimento e applicazione non conforme a livello regionale". Quali le regioni peggiori? Abruzzo, Lazio, Toscana, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Calabria e Puglia.
Non e' stato recepito in maniera soddisfacente neanche parte dell'articolo 10 della direttiva uccelli perché - spiega la Ue - "manca l'obbligo di trasmettere alla Commissione le informazioni necessarie per coordinare le ricerche e i lavori per la protezione, la gestione e l'utilizzazione delle popolazioni di uccelli protetti dalla direttiva". L'articolo 11 della direttiva europea sulla tutela degli Uccelli prevede che "gli Stati membri vigilano affinché l'eventuale introduzione di specie di uccelli che non vivono naturalmente allo Stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri non pregiudichi la flora e la fauna locali. Essi consultano al riguardo la Commissione ": anche quest'articolo, sottolinea la Ue , non è stato recepito in maniera completa.
Non e' stato recepito neanche l'articolo 13 che dice: "L'applicazione delle misure adottate in virtù della presente direttiva non deve provocare un deterioramento della situazione attuale per quanto riguarda la conservazione di tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri".
La Commissione Ue ha chiesto quindi la condanna dell'Italia alla Corte di Giustizia europea per inottemperanza della Direttiva 'Uccelli'. (fonte Dire)