Bracconieri bresciani con due nidi tra le mani

Testimonianze sulla caccia in Italia

Bracconieri bresciani con due nidi tra le mani

Messaggioda KTF » 4 giu 2012, 12:15

Vi giro questo articolo di stampa, con la preghiera di mantenere vigile l'attenzione attorno a quei contesti (siepi, sopratutto vigneti e meleti, etc...) in cui regolarmente ogni anno vengono colti sul fatto svariati bracconieri, intenti a depredare nidi di Merlo e sopratutto Tordo bottaccio.

In questi casi avvisate sempre il personale di sorveglianza, tramite il n° di emergenza ambientale 1515 (in alternativa potete contattare, perché ben distribuita, l'Arma territoriale dei Carabinieri n° 112).

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L’Adige
Basso Sarca e Ledro – L’operazione
Sabato 2 giugno 2012
Pagina 39

Bracconieri bresciani con due nidi tra le mani
LEDRO - I boschi della Val di Ledro si confermano, purtroppo, come luogo frequentato dai bracconieri. E questo nonostante l'azione di controllo e anche di repressione portata avanti negli ultimi anni dagli organi provinciali preposti.
L'ultima operazione risale a questi giorni e si è concretizzata in un'azione nei confronti di bracconieri-uccellatori: sono state fermate due persone della provincia di Brescia in possesso di due nidi di tordo bottaccio.
L'intervento è stato condotto recentemente dagli uomini della Stazione forestale di Ledro, in collaborazione con i guardacaccia dell'Associazione cacciatori trentini e con i custodi forestali del posto.
Per le perquisizioni domiciliari condotte sul territorio lombardo è stato coinvolto anche il Corpo Forestale dello Stato.
L'intervento è frutto di lunghi appostamenti e controlli mirati e si inserisce nel quadro più ampio che vede il Corpo forestale provinciale impegnato nell'intero territorio trentino.
In questo caso sono state fermate in località Tremalzo due persone della vicina provincia di Brescia (un uomo sessantenne ed un concittadino cinquantenne, entrambe di Lumezzane) trovate in possesso, nella propria autovettura, di due nidi di tordo bottaccio ben occultati contenenti sette pulcini.
I reati contestati alle due persone sono quelli di maltrattamento di animali, furto al patrimonio indisponibile dello Stato e uccellagione.
I bracconieri prelevano questi pulcini direttamente dal nido, a scopo di allevamento per essere poi venduti quali richiami vivi a cacciatori da capanno. Tale attività comporta maltrattamenti evidenti in quanto, per determinare il sesso degli animali, talora i piccoli subiscono l'apertura dell'addome, con una lametta; i maschi vengono ricuciti mentre le femmine, inutili quali richiami, vengono soppresse.
Possono registrarsi inoltre tassi di mortalità particolarmente elevati in quanto gli uccellini, ancora senza piumaggio, sono soggetti ad ipotermia e risultano in ogni caso di difficoltosa alimentazione. A marzo sempre in Val di Ledro erano stati arrestati da Forestali e Guardiacaccia, due uomini di Baselga di Piné, con l'accusa di bracconaggio, ricettazione e porto abusivo d'arma. A casa di uno dei due erano stati poi trovati materiali espolosivi.
D.P.
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