Caccia in deroga

Testimonianze sulla caccia in Italia

Caccia in deroga

Messaggioda KTF » 4 ott 2010, 17:32

...ci risiamo :evil: :evil: :evil:

04-10-2010
VENETO/CACCIA: LIPU, DENUNCEREMO REGIONE A GOVERNO E COMMISSIONE UE

(ASCA) - Roma, 4 ott - ''L'ennesima deroga concessa dalla regione Veneto per cacciare specie non cacciabili si prefigura come un vero e proprio furto di patrimonio dello Stato e della comunita' internazionale, e come tale la denunceremo a Governo e Commissione europea''. Lo dichiara in una nota la Lipu-BirdLife Italia alla vigilia dell'annunciata delibera che autorizzera' la caccia in deroga a varie specie di piccoli uccelli in Veneto.

''Per l'ennesimo anno consecutivo - denuncia la Lipu - la Regione Veneto permettera' a migliaia di cacciatori di abbattere piccoli uccelli come i fringuelli, le peppole e le pispole, per i quali il regime di caccia e' vietato, se non in situazioni straordinarie e secondo modalita' rigidamente definite e controllate. Ma di tutti questi vincoli la regione Veneto non sa cosa farci, avendo nel corso degli anni permesso una caccia sostanzialmente incontrollata e reiterata, e dunque trasformando impropriamente uno strumento eccezionale quali le deroghe previste all'articolo 9 della direttiva Uccelli in un atto ordinario''.
res/sam/ss
(Asca)


Tratto da:
http://www.asca.it/regioni-VENETO_CACCIA__LIPU__DENUNCEREMO_REGIONE_A_GOVERNO_E_COMMISSIONE_UE-536756-veneto-21.html

SCRIVETE IN MASSA A:
presidenza@regione.veneto.it

Domani votano in Regione...
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Re: Caccia in deroga

Messaggioda KTF » 4 ott 2010, 17:39

COMUNICATO STAMPA

CACCIA IN DEROGA, LIPU: DENUNCEREMO IL VENETO

A GOVERNO ED EUROPA

“L’abbattimento dei piccoli uccelli non cacciabili è un vero e proprio furto di patrimonio pubblico. Attivare subito Consiglio dei Ministri e Corte di Giustizia”.



“L’ennesima deroga concessa dalla regione Veneto per cacciare specie non cacciabili si prefigura come un vero e proprio furto di patrimonio dello Stato e della comunità internazionale, e come tale la denunceremo a Governo e Commissione europea”.



Lo dichiara la LIPU-BirdLife Italia alla vigilia dell’annunciata delibera che autorizzerà la caccia in deroga a varie specie di piccoli uccelli in Veneto.



“Per l’ennesimo anno consecutivo, la Regione Veneto permetterà a migliaia di cacciatori di abbattere piccoli uccelli come i fringuelli, le peppole e le pispole, per i quali il regime di caccia è vietato, se non in situazioni straordinarie e secondo modalità rigidamente definite e controllate. Ma di tutti questi vincoli la regione Veneto non sa cosa farci, avendo nel corso degli anni permesso una caccia sostanzialmente incontrollata e reiterata, e dunque trasformando impropriamente uno strumento eccezionale quali le deroghe previste all’articolo 9 della direttiva Uccelli in un atto ordinario.



“L’aggravante è che tutto ciò avviene a poche settimane dalla condanna dell’Italia da parte dell’Unione europea proprio per l’abuso delle deroghe di caccia, cui il Veneto ha ampiamente contribuito, e addirittura avendo la regione Veneto una causa europea tutta per sé, per la stessa ragione: cattivo utilizzo delle deroghe.



“Il nuovo abbattimento di animali non cacciabili, autorizzato dal Veneto pur in presenza di queste palesi e ripetute illegittimità, assume così le caratteristiche di un vero e proprio furto di fauna selvatica e dunque di patrimonio dello Stato e della Comunità europea, e come tale la LIPU lo denuncerà formalmente alle istituzioni competenti.



“Al Governo italiano chiediamo di attivare subito l’articolo 19bis (comma 4) della legge 157/1992 e annullare la delibera della regione Veneto prima che sulla fauna siano commessi atti irreparabili. Alla Commissione europea chiediamo invece di arricchire il già pesante fascicolo delle violazioni commesse dal Veneto in materia di caccia e far pesare anche questa nuova, grave violazione, presso la Corte di Giustizia di Lussemburgo”.


4 ottobre 2010

UFFICIO STAMPA LIPU-BIRDLIFE ITALIA




Consiglio approva nuove regole per i comprensori alpini e gli ambiti di caccia

Via libera in Consiglio regionale al provvedimento (relatore Mauro Parolini del PdL, primo firmatario Carlo Saffioti del PdL) che introduce alcune modifiche alla legge regionale n.26/93 che regola l’attività venatoria lombarda, in particolare per quanto concerne gli ambiti territoriali di caccia e i comprensori alpini. La votazione a scrutinio segreto ha visto 43 voti favorevoli e 24 contrari: nelle dichiarazioni di voto, hanno espresso voto a favore i gruppi PdL, Lega Nord, Udc e i Consiglieri del Partito Democratico Barboni, Girelli e Spreafico, contrari gli altri Consiglieri del Partito Democratico e i gruppi Italia dei Valori e Sel. Dichiarando il suo forte dissenso, è uscito dall’Aula e non ha preso parte al voto il Consigliere Claudio Bottari della Lega Nord, che ha denunciato come “questa legge costituisce premessa per una invasione indiscriminata di ambiti come quelli mantovani, mettendone a rischio la tutela e la valorizzazione”. Sono stati respinti la questione pregiudiziale presentata dall’Italia dei Valori e 107 emendamenti a firma Italia dei Valori e Sel.
Con le modifiche introdotte oggi, i cacciatori residenti in Lombardia, già iscritti nella stagione precedente a un ambito territoriale o comprensorio alpino di caccia regionale diverso da quello di residenza anagrafica, avranno ora diritto alla permanenza associativa, confermando la propria iscrizione attraverso il solo pagamento della quota entro il 31 marzo di ogni anno. “In questo modo –ha spiegato Parolini- consolidiamo e stabilizziamo la situazione esistente, dando regole certe e chiare e concedendo nuove possibilità di mobilità ai giovani”. Infatti i neo cacciatori avranno diritto a essere associati nello stesso ambito territoriale o comprensorio alpino di caccia e a esercitare la stessa specializzazione venatoria dell’accompagnatore, mantenendo nelle stagioni successive il diritto di permanenza negli stessi luoghi.
Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Commissione “Agricoltura” Carlo Saffioti (PdL), che ha evidenziato la bontà del provvedimento che “con la nuova formulazione evita il rischio di interpretazioni difformi tra le varie provincie lombarde, riconoscendo i diritti dei cacciatori nel rispetto degli equilibri territoriali di caccia, mentre viene finalmente superata una anacronistica visione feudale della pratica venatoria”.

Giudizio fortemente contrario è stato invece espresso da Chiara Cremonesi (Sel) e dai rappresentanti dell’Italia dei Valori Sola, Zamponi e Cavalli, che nei loro interventi hanno avanzato forti dubbi di legittimità su alcuni punti del testo (poi emendati e ritirati), evidenziando inoltre come “sia indispensabile mantenere un legame indissolubile tra il cacciatore e il suo territorio di residenza”.
Per Dario Bianchi (Lega Nord) “questo provvedimento costituisce un importante tassello di un mosaico più ampio che dovrà riformare in modo complessivo la normativa venatoria”. Fabrizio Santantonio (PD) ha invece motivato “il quasi totale voto contrario del suo gruppo” con la necessità “di trovare risposte e regolamentazioni adeguate alla pratica venatoria in Lombardia, che purtroppo non si ravvisano in questo testo che affronta tali questioni in modo molto frammentato e parziale”. Gianmarco Quadrini (UDC), dichiarando il “convinto voto favorevole del suo gruppo”, si è infine appellato all’assessore De Capitani “perché sull’esercizio della caccia in deroga si possa giungere quanto prima ad una posizione chiara e condivisa”.

Tra le altre novità della nuova legge, troviamo nell’esercizio della pratica venatoria l’equiparazione delle strade agrosilvopastorali con quelle poderali e interpoderali: ora sarà quindi possibile praticare la caccia anche a distanza inferiore a cinquanta metri dalle strade classificate come agrosilvopastorali, nonché sparare nella loro direzione con fucile a canna liscia anche a distanza inferiore ai 150 metri. Via libera anche a due emendamenti presentati da Roberto Pedretti (Lega Nord) con i quali si estende la validità dell’autorizzazione per la caccia da appostamento fisso a 10 anni (attualmente erano 3) e si autorizzano centri di recupero per la fauna selvatica gestiti anche da enti locali e associazioni agricole e venatorie riconosciute (“finora tali centri erano appannaggio esclusivo di associazioni ambientaliste”, ha evidenziato Pedretti).
Non accolte invece due modifiche richieste da Gianmarco Quadrini e Valerio Bettoni (UdC), con le quali si chiedeva di consentire la caccia da appostamento fisso alle specie Cesena e Tordo sassello anche su terreni innevati e di affidare alla Regione (e non più alla Provincia) la competenza sulla possibilità di integrare il calendario venatorio con altri due giorni aggiuntivi oltre il 30 novembre. Inoltre, a differenza della formulazione originaria del testo del progetto di legge, viene negata ai cacciatori la possibilità di effettuare trasferimenti con armi scariche fuori dai centri abitati.

Approvato invece a maggioranza un ordine del giorno a firma Parolini, Saffioti e Riparbelli che chiede alla Giunta di istituire un Tavolo Stato/Regioni con lo scopo di stabilire nel più breve tempo possibile le concrete modalità con le quali sia possibile l’esercizio della caccia alle specie in deroga, e sollecita il Ministero competente affinchè l’Ispra fornisca i dati necessari per motivare il prelievo in deroga.
Il provvedimento approvato oggi entrerà in vigore già il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Burl.

Raccogliendo le indicazioni emerse dagli interventi in Aula, il presidente della Commissione “Agricoltura” Carlo Saffioti (PdL) ha infine auspicato che si possa procedere quanto prima a una revisione generale della legge n.26. “Questo provvedimento –ha aggiunto Saffioti- contribuisce comunque, seppur in minima parte, ad attenuare la giusta delusione del mondo venatorio per la mancata approvazione delle deroghe”.
Riferendosi alla mancata registrazione del suo voto sulla caccia in deroga avvenuta nella precedente seduta di Consiglio regionale, Saffioti ha infine chiesto che da parte degli uffici competenti vengano fatte le opportune verifiche al fine di registrare in modo corretto ciascun voto. La lamentela di Saffioti è stata fatta propria dal presidente Davide Boni, che ha evidenziato come anche nel suo caso, nonostante avesse espresso voto favorevole a trattare il progetto di legge sulla caccia in deroga, alla fine erroneamente risultasse pure lui come “non votante”.

Milano, 28 settembre 2010
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Re: Caccia in deroga

Messaggioda KTF » 4 ott 2010, 19:50

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Re: Caccia in deroga

Messaggioda mcorte » 7 ott 2010, 9:53

Si schiera anche Beppe Grillo:

In Veneto da oggi, 6 ottobre 2010, si può sparare anche ai piccoli uccelli come il fringuello, il frosone, la peppola e lo storno. Lo sterminio è possibile grazie al Lodo Zaia che rende lecito il regime delle deroghe che l'UE prevede solo in situazioni straordinarie. In Veneto, unica regione ad applicare le deroghe, comandano i cacciatori leghisti. Più sparano, più si eccitano. Sfracellare un fringuello con una cartuccia lo fa venire duro. E' il celodurismo della libertà di sterminio della natura. Meno uccelli nei cieli, più uccelli paduli con una doppietta. Microcefali contro mini volatili.
Chiedete a Zaia di ritirare la caccia in deroga sulla sua pagina Facebook.


Dal suo blog:
http://www.beppegrillo.it/2010/10/lo_sterminio_de.html?s=n2010-10-06
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Re: Caccia in deroga

Messaggioda imodu » 31 ott 2010, 21:43

E intanto il TAR rigetta il ricorso.
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Re: Caccia in deroga

Messaggioda KTF » 11 nov 2010, 17:59

11-11-10
CACCIA: LAC VENETO, UE CI HA DATO RAGIONE. ORA REGIONE BLOCCHI DEROGHE

(ASCA) - Roma, 11 nov - La Corte di Giustizia Europea ''ha confermato che la legge veneta non ha considerato altre soluzioni alternative alla caccia in deroga, non ha valutato le condizioni di rischio, non ha previsto i rigidi controlli necessari e ha consentito la caccia a quantita' di uccelli superiori alle sosiddette 'piccole quantita''', condannando l'Italia''.

E' il commento della Lega Anti Caccia sulla sentenza della Corte di Giustizia UE relativamente alla legge regionale del Veneto sulla caccia in deroga che viola le Direttive comunitarie di tutela degli uccelli migratori.

La LAC del Veneto ha accolto con grande soddisfazione l'esito del procedimento di infrazione, durato ben otto anni e aperto grazie a ben cinque esposti della sezione veneta dell'associazione a firma del presidente Andrea Zanoni.

''Con questa sentenza - spiega Zanone - la Corte di Giustizia ci ha dato ragione su tutte le questioni di illegittimita' che abbiamo denunciato a partire dal 2002, anno nel quale la Regione Veneto diede inizio ai massacri degli uccelli protetti per legge. E a fronte della sentenza chiediamo a Zaia di annullare immediatamente la delibera n.2371 del 5/10/2010 che oggi consente, nelle sole campagne venete, la caccia a Prispolone, Pispola, Fringuello, Peppola, Storno e Frosone in violazione della legge europea e ai sensi della legge regionale n.13/2005 dichiarata illegale dall'Europa''.

A causa di queste leggi regionali, rileva la LAC, ora a pagare le spese saranno tutti i cittadini veneti e non, come sarebbe giusto, i consiglieri regionali e i presidenti della Regione Veneto che le hanno volute ed approvate solo per accontentare una minoranza di cittadini.

''Valuteremo ora, tramite i nostri legali, come far pagare i danni ai responsabili delle leggi e ai singoli cacciatori per la distruzione, che continua dal 2002, di un patrimonio naturale protetto dalla legge costituito da milioni di piccoli uccelli migratori'', avverte l'associazione


Tratto da:
http://www.asca.it/news-CACCIA__LAC_VENETO__UE_CI_HA_DATO_RAGIONE__ORA_REGIONE_BLOCCHI_DEROGHE-965509-ORA-.html
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Re: Caccia in deroga

Messaggioda imodu » 13 nov 2010, 20:12

Non si scappa... Ormai "siamo sotto il tiro" dell'Europa e prima o poi le cose devono cambiare definitivamente.
Matteo
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Re: Caccia in deroga

Messaggioda LeonardoGR » 13 nov 2010, 21:52

Speriamo ... perchè nel 2010 la caccia è diventata un assurdità enorme.
Se proprio qualcuno vuol sparare esistono i piattelli, i tiro a segno o al limite e sottolineo al limite (cosa che non condivido affatto) delle riserve create appositamente.
Ormai la caccia è puro divertimento... quindi se il gusto è quello di prendere sparando qualcosa, un pezzo di ceramica (o di quello con cui vengono costruiti i piattelli ) o un uccello che differenza fa per loro?
Per l' uccello di differenza ne fa molta, e credo che nel 2010 , a parte qualche tribù sperduta (sempre meno) nelle terre più selvaggie (esistono ancora?) , nessun individuo umano ha bisogno di cacciare per poter mangiare.
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