Cacciatore uccide due guardie zoofile
Inviato: 12 mag 2010, 15:49
"TI TOGLIAMO I CANI, LI PICCHI"
LUI UCCIDE 2 GUARDIE ZOOFILE
• Genova, poi si toglie la vita
Si chiama Renzo Castagnola, aveva 65 anni, l'uomo che stamani ha sparato a due guardie zoofile, un uomo ed una donna, e si è poi suicidato a Sussisa, sulle colline della riviera del levante di Genova. Nella sparatoria è rimasta ferita anche la moglie dell'uomo. Le guardie provinciali - Elvio Fichera e Paola Quartino - si erano presentate presso l'abitazione dell'uomo con un decreto, firmato dal Pubblico Ministero Piercarlo di Gennaro, di sequestro dei suoi cani da caccia in seguito a segnalazioni di maltrattamenti. Dopo aver ascoltato la lettura del decreto e delle contestazioni, al momento di firmare, l'uomo ha detto «Vado a prendere una penna». È invece tornato armato e ha iniziato a sparare all'impazzata. La moglie, che si trovava sulla traiettoria è rimasta ferita. Sul luogo erano presenti anche vigili urbani e carabinieri che sono riusciti a mettersi in salvo. Sul luogo si sta recando il pubblico ministero Cardona Albini. Castagnola aveva un porto d'armi per armi da caccia e, secondo le prime informazioni, faceva parte di una squadra per le battute di caccia al cinghiale.
I PROTAGONISTI Paola Quartini aveva 55 anni ed era di Camogli (Genova). Era una guardia zoofila volontaria iscritta alla Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) di Genova. Elvio Fichera, 72 anni di Genova, era anch'egli guardia zoofila volontaria iscritto all'associazione Amici Animali Abbandonati di Genova. Negli ultimi mesi si era occupato del caso del cinghiale «piero», adottato dagli abitanti di un quartiere sulle alture genovesi in cui entrava per frugare tra i rifiuti. Fichera era vedovo ed aveva due figli. L'assassino, Renzo Castagnola, di 58 anni, era residente a Sori ed era molto conosciuto negli ambienti venatori del Levante genovese.
LE VITTIME LAVORAVANO PER LA LIPU «Guardi, mi hanno appena chiamato i carabinieri, devo andare da loro per spiegare». Ha la voce rotta dall'emozione Aldo Verner, della Lipu di Genova, un collega e amico di Paola Quartini, una delle vittime della tragedia di Sori. Chiede di parlare più tardi, dopo avere capito cosa è successo, ora è troppo forte l'emozione. L'amica si era recata sulle alture di Sori per una delle tante missioni che impegnano le guardie volontarie contro il maltrattamento di animali. Per legge non possono eseguire ingiunzioni da sole ma devono essere accompagnate da forze dell'ordine. Oggi con lei c'erano due vigili urbani di Sori, ma la precauzione si è rivelata inutile. La tragedia genovese colpisce la storica associazione che si batte per la protezione degli uccelli e della natura. La Lipu di Genova, come si legge nel sito ufficiale, è «in larga parte la risultante delle storie personali dei volontari che l'hanno fatta dagli anni '70 fino ad oggi. È una storia fatta da persone comuni, davvero di ogni categoria sociale: impiegati e professionisti, casalinghe e studentesse, ragazzi e pensionati. Tra questi alcuni hanno collaborato per un certo periodo di tempo, altri sono rimasti diventando le colonne portanti della delegazione. Tutti sono stati (e molti continuano ad essere) utilissimi, a prescindere dai titoli di studio di ognuno».
UN AMICO: "ERA UN BRAV'UOMO" «Era una brava persona, davvero. I suoi cani non li aveva mai maltrattati. Anzi. Con sua moglie Mina non avevano figli e per questo molto del loro tempo lo dedicavano ai loro animali. Lo deve aver fatto perchè era esasperato da questa storia dei cani che ormai andava avanti da tempo e di cui parlava spesso anche con noi»: a parlare è Claudio Olcese, un amico e vicino di casa di Renzo Castagnola, che stamani ha ucciso due guardie zoofile prima di togliersi la vita sparandosi un colpo al cuore. Sia la moglie Mina, originaria di Sussisa, che Renzo Castagnola, originario di Capreno, erano molto conosciuti in questa zona. La loro casa sorge proprio nella piazza principale della località sulle alture del comune di Sori. Erano venuti a vivere qui da alcuni anni fa, dopo la morte della madre di lei. Vicino all'abitazione una trattoria ed una tabaccheria. Proprio davanti alla loro casa il bosco, dove l'omicida aveva eretto un'ampia recinzione con alcune baracche per custodirvi i suoi animali, alcuni cuccioli di maremmano e altre razze. Ed è proprio qui che stamani si è consumata la tragedia. «Renzo aveva recintato una parte del bosco per permettere ai suoi animali di stare bene, di sgambare, anche quando non era periodo di caccia - prosegue Olcese -. La storia dei cani però era già iniziata quando abitavano a Capreno. È davvero una brutta storia. Ancora non ci credo».
"ELVIO ERA UN AMICO DEGLI ANIMALI" «Era una persona sensibile e generosa, l'altra sera ci siamo sentiti, era tutto felice perchè aveva fatto un'altra buona azione, era riuscito a portare a spasso un cane difficile, rinchiuso nel canile». Così Enza Tammaro, gattofila genovese e amica di Elvio Fichera, ricorda la guardia zoofila uccisa stamane. «L'altro giorno era tutto felice per quel cane - ricorda Enza -. Avevamo seguito insieme la vicenda del cinghiale piero che nei giorni scorsi è stato ucciso dai cacciatori. Ci siamo sentiti per organizzare il funerale simbolico». In qualità di guardia zoofila, Fichera andava dove venivano segnalati maltrattamenti di animali. «In genere - spiega ancora Enza - prima si fanno dei controlli e dei sopralluoghi per avere un quadro della situazione. Poi si fanno le segnalazioni alle autorità competenti. Elvio mi aveva accennato a questa missione per i cani maltrattati, ma nulla lasciava presagire la tragedia».
Tratto da:
http://www.leggo.it/articolo.php?id=61027