GEAPRESS – Mercoledì primo settembre. Primo giorno di preapertura dell’attività venatoria. La nostra meta è Caltanissetta dove abita Ennio Bonfanti, molto noto tra le guardie del WWF. Appena poche ore prima una nota associazione venatoria aveva tuonato contro una paventata modifica del calendario venatorio. Una cosa antidemocratica, scrivevano ai giornali. Come in Cina e Vietnam del nord (??). All’aeroporto di Catania nessuna traccia, però, dei rinforzi da inviare ai Viet Cong. Troviamo invece una graziosa gallinella d’acqua che fa capolino da un canale d’irrigazione. Gli unici rombi sono quelli degli aerei (civili).
Prendiamo il pullman, direzione Caltanissetta. Il primo tratto, sovrastato dal maestoso Etna, gode degli agrumeti della piana di Catania. La giornata è calda ma ancora sopportabile. Dopo una ventina di chilometri il paesaggio inizia a cambiare e la Sicilia diventa più brulla ed arida. L’autostrada è stata costruita sul fiume Dittaino, in questa stagione un susseguirsi di pozze che alle volte si allargano in bei laghetti che finiscono in rigagnoli che giocano ad immergersi nella ghiaia. I primi a notarsi sono due cacciatori che si vedono scendere da un’automobile. In fin dei conti potrebbero dirigersi per la caccia di appostamento. I secondi però no. Hanno i cosciali di gomma e sono semisommersi in acqua. La caccia agli acquatici non è ancora iniziata. Chiamiamo Ennio, per annunciarci e fargli notari dei cacciatori. Si attiva subito. Bisognerebbe chiamare i Carabinieri o la Forestale, ma non riusciamo a spiegargli, nonostante le informazioni prese da alcuni passeggeri, dove siamo esattamente. Pazienza. Passiamo tra Enna e Calascibetta (quella del Palio dei Berberi e del cavallo con il torace squarciato). Le due città si guardano l’una con l’altra, arrampicate sui rispettivi cucuzzoli. In mezzo, molto al di sotto, ci siamo noi. Lasciamo alle nostre spalle le due cittadine, ovviamente antagoniste, superiamo una lunga galleria e siamo arrivati all’uscita per Caltanissetta. Sulla destra montagne da fare invidia ad un film western. Sulla sinistra, invece, colline, eucalipti , laghetti e fiumiciattoli. Non ci sono cacciatori.
Alla fermata troviamo le Guardie ed il Capo Nucleo, ovvero Ennio (nella foto a fianco). La Prefettura non ha ancora rinnovato i decreti. Usciamo pertanto da privati cittadini, quello che volevamo. Nessuna pettorina, nessun controllo se non riservandoci di chiamare le Forze dell’Ordine. Non abbiamo la più pallida idea di dove ci stiano portando. Ennio è un vulcano. Conosce i luoghi a perfezione. Di ognuno di questi narra fatti e, spesso, misfatti. Dai cacciatori che all’imbrunire si trovarono innanzi a lui (allora Guardia decretata) ed i Carabinieri, alla discarica nel laghetto, ai cani non microchippati (le Guardie del WWF operano spesso assieme a quelle della LIDA) di un tipo che credeva essere il padrone del mondo, l’inseguimento di uno ed il suo coltello, i bracconieri di cardellini, fino a mille racconti di corse di cavalli e combattimenti tra cani. Apprendiamo anche delle sere stellate passate ad ascoltare le civette, e gli aironi che si chiamano dai laghetti di irrigazione. Improvvisamente due colpi di fucile. Poco dopo tre cacciatori ed i loro cani. Non dovrebbero essere lì, perché con la preapertura si potrebbe sparare solo da appostamento. In assoluta tranquillità risalgono fino al crinale della collina con i cani che frugano alla ricerca del coniglio. Spiegare dove siamo è arduo, non vi sono neanche viottoli ed è veramente impossibile fare arrivare una pattuglia per un controllo. A tal proposito diciamo subito che in due giorni non abbiamo visto neanche un uomo addetto specificatamente alla vigilanza venatoria. Gli spari si susseguono, più o meno distanti tra loro. Ci fermiamo per una piccola sosta e difronte a noi vediamo due cacciatori. Il fucile è nel fodero e non stanno sicuramente cacciando. Uno dei due è un minore. Va be’, in fin dei conti non sta imbracciando l’arma e poi siamo sempre molto distanti dalle abitazioni. Ci spostiamo ancora. Macchine che si infilano un po’ ovunque nelle stradine di campagna. Ne raggiungiamo una. Vediamo scendere i cacciatori ed andar via. Peccato che nella macchina abbiano lasciato delle munizioni. Visibilissime, facili da prendere per un ladro e, cosa ancor più grave, esposte alle iperboliche temperature che si raggiungono al chiuso di una macchina messa a cuocere sotto il sole siciliano. Proseguiamo la “passeggiata” mentre le Guardie chiamano i Carabinieri. I responsabili di tale pericolosa omissione vengono identificati e denunciati. Sono cacciatori calabresi. La Sicilia concede anche ai non residenti le giornate di apertura. Come se già non bastassero i suoi, di cacciatori.
La due giorni di preapertura prosegue cambiando tattica. Non più campagna aperta ma quella che ormai fa da limitato confine tra le periferie di Caltanissetta e San Cataldo. All’improvviso uno sparo, vicinissimo. Siamo su una curva. Da un lato le case, dall’altro un breve pendio che conduce dopo pochi metri ad altri edifici, tra cui stalle. Arriva il cacciatore e si dirige subito verso gli edifici. Raccoglie qualcosa da terra, sembra tutto bianco. Si allontana subito, sale sulla macchina e va via. Siamo anche vicino ad una zona incendiata, ma Ennio ci blocca subito dicendo che il terreno è si nero, ma di letame. Decidiamo di spostarci e completiamo la curva raggiungendo la stalla. Incredibile. C’è un altro cacciatore, questa volta ancora più vicino sia alla stalla che alla strada. Guarda, perlustra, è sicuramente un atteggiamento di caccia ma vallo a spiegare l’atteggiamento quando il signore lo cambierà all’arrivo di una pattuglia. Meglio lasciare perdere. Proviamo ad allontanarci un po’ ed iniziamo appena ad inoltrarci nelle campagne. La Sicilia è ancora aridissima. Da queste parti non piove molto e poi, quasi tutta l’acqua, arriva in pochi mesi che a volte riservano anche la neve. Ennio ci parla dei temporali estivi e del profumo dell’erba secca bagnata, di quando si trovò circondato da quaglie nascoste tra i campi ed in volo centinaia di coloratissimi gruccioni. Gli uccelli recuperati assieme alle Guardie della LIDA, gli amici delle Guardie del WWF Italia, i campi in provincia di Salerno, pure le indagini sulle bufale da latte ed i bufalini che finiscono, inservibili per l’industria casearia, abbandonati a morire. Il tempo sembra cambiare ed un venticello fresco ci fa calmare i sudori della calura. Di nuovo colpi di fucile. Neanche il tempo di rilassarci. Dei cacciatori però nessuna traccia. Saranno d’appostamento, commentiamo, e non hanno preso niente. Speriamo almeno che abbiano puntato da un’altra parte. Siamo di nuovo in una breve scarpata. Da un lato noi e dall’altro parrebbero esserci loro. Dopo qualche minuto una scena incredibile (tra le tante). Escono due cacciatori. Uno è sicuramente un adulto, l’altro no. Anzi sono gli stessi che avevamo visto prima con il fucile nel fodero, solo che questa volta ad imbracciarlo è il minore. L’adulto lo istruisce. Sistema le munizioni, carica il fucile, dice al ragazzo, a dire il vero un po’ goffo nel portarlo, come imbracciare l’arma. Sembra indicargli qualcosa. Il ragazzo punta velocemente. Poi proseguono e si dirigono verso di noi. L’adulto sembra indicargli qualcosa nel marchingegno del fucile. Il ragazzo prova, poi appoggia sul gomito il fucile indirizzandolo dal lato opposto di dove cammina. Quando si dice una disgrazia. Uno del gruppetto di Ennio, alto e secco come una palo, ci dice che anche lui era cacciatore. Sta ancora in famiglia. Vive vicino al fratello ed al padre, che adora, entrambi cacciatori. E’ stato il padre ad insegnarli la caccia. Andavano distanti, nel palermitano, sopra il paese di Piana degli Albanesi. Sparavano ai tordi al limitare del bosco. Anche lui con suo figlio, che è ancora un bambino, va in campagna, ma solo con binocolo e guida al riconoscimento degli uccelli. “Siamo contenti così“, dice. Dall’altra parte, invece, il cacciatore adulto e il minore con il fucile si allontano perdendosi tra i cespugli di una zona che prima, con più scarsa densità abitativa, doveva essere sicuramente molto più bella.(GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).
Nel video, le due giornate di preapertura con le Guardie del WWF
Tratto da:
http://www.geapress.org/caccia/tra-bambini-con-il-fucile-e-cacciatori-tra-le-stalle/4815