Gli uccelli.
Volgo lo sguardo al cielo, ma non sono le nuvole, che con le loro forme bizzarre rapiscono lo sguardo.
Non sono gli aerei, che silenziosi disegnano tracce bianche, come una barca nel fratello mare.
Non è il sole, che con la sua luce accecante impone il rispetto di non poterlo guardare.
Sono i miei compagni di sempre: di quando non me ne accorgevo, di quando ignoravo le loro storie di vita, di morte, di viaggi senza confini.
Imponenti, maestosi, piccoli, colorati o scialbi, ognuno la propria importanza.
Cerco di scrivere le mie impressioni, discutere di improbabili comportamenti, convincermi che tutto ciò che vedo debba uniformarsi al mio pensiero.
Ma loro volano, incuranti delle parole che opprimono come zavorra, se ne stanno alti con il loro spirito di libertà, per non sfiorare il mio mondo pesante.
Sento l’odore del vento che mi spinge ad abbandonare le mie mie certezze e con fiducia mi lascio trasportare.
Libero come un uccello, felice di volare in questo blu che non mi appartiene
di T. Bertolone