Questo è uno schizzo per una storia a cui sto lavorando a scuola
racconta di un ragazzino gracile , settimo di otto figli in una famiglia disastrata che per evadere dalla confusione , dal padre ubriaco e dalle continue liti andava a sedersi su una fognatura, quelle alte che si trovano nei campi,che sembrano dei pozzi. Davanti c' era il fiume,coperto dalle acacie e dai sambuchi, dai folti canneti verdi. E da quel posto lui sdraiandosi guardava il cielo, e isole di nuvole indefinibili, il sole e le rondini che passavano, i falchetti,le pispole, i rondoni ,che restavano a dormire lassù in alto mentre lui doveva tornare nel suo letto.
Un giorno di maggio nell' aria dei fiori, sentì un canto davvero incantevole, spostò lo sguardo dal cielo. Stava su una vecchia casetta molto piccina , era un merlo blu.
Si guardavano senza distogliersi , il bambino si avvicinò ,si sedette nell' avena accanto alla casetta e cominciò a parlargli,di ogni cosa, ogni problema, e ogni sogno , ogni tristezza o felicità, e descriveva ogni giornata noiosa.
E descriveva le nuvole e il passero solitario ascoltava,non volava via, come se esistesse per ascoltarlo;
uno ascoltava l' altro ,l' uno si fidava dell' altro, l' uno proteggeva l altro, l' uno era nell' altro
Il passero solitario aspettava, e cantava gli occhi di quel bambino